mercoledì 18 giugno 2014

Il mio deserto di Sebastiano Arlotta Tarino

Terre lontane, deserto, 250 km di corsa in autosufficienza, una settimana. Questo è quello che ho pensato sarebbe stata la "Gobi March". L'ho semplicemente preparata e interpretata come una sfida fisica.
D'altronde è anche così che mi piace affrontare la mia vita quotidiana: tutto e tutti hanno un limite, ma qual'è il tuo?
Seneca diceva: "non è perchè le cose sono difficili che non osiamo farle, è perchè non osiamo farle che diventano difficili".

Così mi sono preparato per partire, ma questa volta, come mi sbagliavo! 

Prima ancora di iniziare ufficialmente la corsa ho capito che questa volta sarebbe stato diverso. Non potevo contare solo sulla forza fisica per fare bene. Ci voleva molto di più. Mi sono presto reso conto che è un gioco di assoluto equilibro psico-fisico, di tattica, di testa, di spirito e di senza dubbio di forza. Non ci sono "scappatoie" mentali. Non puoi pensare al traguardo giornaliero come un traguardo reale, ma semplicemente come un tassello (importante) per il raggiungimento del tuo obbiettivo finale. Giorno dopo giorno il traguardo reale ti sembra sempre più vicino, ma non è così semplice come si potrebbe pensare. La tua mera consolazione tagliando il traguardo giornaliero è condividere le tue emozioni, le tue esperienze e i tuoi racconti con i tuoi "compagni di viaggio". Non ci sono piatti fumanti di pasta o frutta fresca all'arrivo.
I partecipanti sono anche i tuoi concorrenti, ma in questo tipo di gara la concorrenza è scemata dallo spirito di squadra. Siamo tutti nella stessa barca e tutti condividiamo simili emozioni. Tutti vogliono fare bene, ma ognuno cerca di spingere "l'avversario" a fare meglio, senza pensare necessariamente alla propria performance. 
Come ho ripetutamente detto durante le interviste che ho rilasciato post-gara, "il fascino e la particolarità di questa gara è che, diversamente da ogni altro tipo di gara dove la prestazione finale è commisurata al risultato di un singolo individuo, qui vinci individualmente ma per l'aiuto e il supporto dei tuoi avversari". 

Quindi, che cosa ho imparato? Ho imparato che la preparazione migliore per questo tipo di gara rimane la preparazione fisica giusta per gli obbiettivi che ti poni in mente. La preparazione giusta non vuole però dire la più dura, cruenta e faticosa, ma vuol dire la preparazione che tu ti senti di fare. Diversamente dalle mie previe preparazioni sportive, questa volta non ho usato una tabella di allenamento. Correvo quando avevo voglia di correre (spesso) e per quanto tempo avevo voglia di farlo (non mi ponevo limiti). A questo ho aggiunto una buona dose di cross-traning (bici, nuoto e esercizi per il "core"). Cosi facendo ho presto realizzato che mi allenavo di più, più forte e più felicemente. I risultati così (almeno io credo) arrivano naturalmente e, se non vengono, almeno ti sei divertito!
Un ultima cosa che mi piacerebbe condividere (sperando che possa aiutare qualcuno) è l'importanza della preparazione psicologica ad affrontare una gara simile. Durante i miei allenamenti e prima di partire avevo assolutamente sottovalutato l'importanza di un corretto studio del mio equipaggiamento e alimentazione. 
Per come sono fatto, non dedico particolare attenzione alle cose che considero "secondarie" e mi focalizzo sulle cose "primarie". In questo caso ho considerato "primario" allenarmi duramente  e ho trascurato gli impatti e le conseguenze di una mancata preparazione (test) alimentare e ho semplicemente acquistato cibi liofilizzati consigliati (per non dire sponsorizzati) dall'organizzazione. Ne ho provato un pacchetto (spaghetti al ragù di carne) in un ambiente "controllato" (a casa) e mi sembrano sufficientemente buoni. Adesso direi "errore da principiante"! 
Stessa cosa con l'equipaggiamento: ho usato un mio vecchio sacco a pelo da alpinismo (pesante e ingombrante), un coltellino svizzero che pesava quanto un mattone, delle scarpe troppo usurate (questo volutamente visto che preferivo non soffrire di vesciche ai piedi), uno zaino forse troppo sollecitato durante gli allenamenti e tante altre cose a cui avrei dovuto prestare più attenzione.
Morale della favola: al momento di preparare lo zaino il giorno prima della partenza dall'albergo in Cina, non ci stava tutto l'equipaggiamento obbligatorio per gareggiare (aldilà che lo zaino fosse di ben 33 litri) e ho dovuto eliminare alcune cose che mi avrebbero garantito un comfort superiore; dopo il primo giorno di corsa la suola delle mie scarpe si è distrutta, lo zaino si è strappato (probabilmente a causa del peso eccessivo - era oltre i 15kg mentre la media degli zaini degli altri partecipanti pesava 10kg max) e dopo 2 giorni di mangiare quei cibi liofilizzati avevo la nausea (l'acqua ai “campeggi” era spesso tiepida e non bollente significando che il prodotto non si reidratava correttamente e mangiavi un brodino tiepido "croccante" e con un gusto terribile). Dopo 2 gioni non riuscivo a forzarmi di ingoiare più di 1/3 del pacchetto. Risultato: avevo sempre fame e ho perso 4kg di peso in una settimana.
Con il senno di poi, avrei portato (come tanti partecipanti più esperti hanno fatto) cibo "vero". Parmigiano, noccioline, carne secca, noddles, dadi vegetali per il brodo, piadine, cioccolato, patatine (tipo Pringles) schiacciate in un sacchetto, salame, prosciutto, bresaola, minestrone di verdura con farro (sacchetti) e tanto altro. 
Ma la cosa più importante in questo: non ascoltate (il giorno prima della partenza) i consigli alimentari che vi potrebbero giungere. Solo tu conosci il tuo corpo e sai come funziona e di cosa ha bisogno. Se in genere mangi parecchio dopo un allenamento e bruci tanti zuccheri quando ti alleni, la stessa cosa moltiplicata per 2 accradrà durante questa gara. Meglio 1kg in più di mangiare che 4 ore di tempo che perderesti se rimani "a secco"!

Per concludere, direi semplicemente che è stata una gara fisicamente molto dura ma, a parte la felicità e l'onore di essere arrivato secondo solo dopo Chema Martinez (ormai diventato amico), la cosa più bella è che ritorno da un esperienza e un viaggio con un bagaglio pieno di nuove amicizie e tanti tanti insegnamenti che mi terrò per sempre nel mio cuore da atleta.

Nessun commento:

Posta un commento