mercoledì 3 gennaio 2018

Frequenza, ampiezza, tempo di contatto. Ne sappiamo davvero abbastanza?

Appuntamento classico del mercoledì con le pillole di Fulvio Massa. Considerazioni, aspetti importanti e momenti di confronto su aspetti importanti del nostro mondo. Walker, Runner, Trail Runner.  Non perdetevi questo e gli altri appuntamenti! 

Tutto questo nell'esperienza, nello studio e nella passione di Fulvio Massa. Per saperne di più e dove trovarlo: 


Le info: www.massafisio.it

La pagina FB: Il Centro della Corsa

Per conoscere in modo approfondito un essere umano che corre, è necessario valutarlo in tutte le sue forme, statiche, dinamiche e metodologiche.

ANALISI DELLA CINEMATICA DELLA CORSA

Costituisce l'osservazione e la misurazione di tutta la dinamica della corsa con l'analisi dei dettagli che caratterizzano il podista. Sinteticamente la chiameremo la postura della corsa e si compone di molte variabili che nel complesso definiscono la tecnica della corsa.

    frequenza

Per “frequenza” intendiamo il numero di movimenti completi compiuti nell’unità di tempo e nel caso specifico della corsa questo valore risulta dipendente sia dal numero dei passi che dal tempo considerato. La si può misurare contando gli appoggi effettuati in un minuto.
Un maratoneta di buon livello riesce a produrre una ampia falcata e tenere una frequenza di appoggio vicina alle 180 battute al minuto, mentre un maratoneta di livello più basso ha generalmente una frequenza  minore.  Naturalmente ad una frequenza di appoggi più alti corrisponde un minore tempo di contatto del piede al suolo e quindi un miglior rendimento del gesto in generale. La frequenza è un parametro correlato alla distanza  e alla velocità; parlando di atleti di alto livello, la frequenza in un 5.000 metri sarà maggiore rispetto a quella di una maratona. Considerando questo abbassamento spontaneo della frequenza all'allungarsi della distanza, è chiaro che in un atleta di livello più basso la diminuzione della frequenza può portare ad un ritmo di corsa veramente lento. Una corsa ad alta frequenza è generalmente una corsa che sfrutta ampiamente la reattività e l'agilità mentre una corsa a bassa frequenza è generalmente una corsa più pesante e potenzialmente più in grado di procurare microtraumi e questo lo possiamo testare su noi stessi, provando a simulare una corsa o dei saltelli a piedi uniti, accentuando una esecuzione a bassa frequenza e  una esecuzione ad alta frequenza; sarà facilmente percepibile l'impatto differente dato dalle due modalità e potremo capire la forza d'urto ascensionale che viene provocata dalla esecuzione a bassa frequenza. La frequenza ideale è quella che consente di ottimizzare la globalità del gesto portando ad esprimere il ritmo ideale per un dato tipo di atleta considerando le sue caratteristiche antropometriche e il suo grado di allenamento.

    ampiezza del passo
E' costituita dalla distanza tra due appoggi consecutivi. E' rilevabile con un metro, quando si corre su una superficie piana e regolare e si possono lasciare delle impronte, ad esempio con le scarpe bagnate o sporche, oppure con determinati strumenti di valutazione come sofisticati treadmill o sistemi integrati con fotocellule. L'ampiezza del passo è strettamente correlata alla lunghezza anatomica degli arti inferiori e anche alla loro capacità di esprimere forza durante il gesto della falcata. Il prodotto dell'ampiezza per la frequenza determina la velocità della corsa e quindi è evidente che una ampia falcata riesce a coprire una buona quantità di spazio. Per dare una idea, Usain Bolt durante una prova di finale di 100 m riesce a tenere una ampiezza media del passo di circa 2,77 metri! E' chiaro che stiamo parlando dell'attuale campione del mondo di velocità e lo porto ad esempio proprio per sottolineare che questa falcata è il frutto della sua considerevole altezza (1,96m) e della sua potenza esplosiva. Un altro parametro che influisce sull'ampiezza del passo è la rigidità coxo femorale in quanto riduzioni di mobilità impediscono una ampia apertura; per lo stesso motivo le retrazioni muscolari dei flessori della coscia inducono ad un gesto di ampiezza ridotta.


APPROFONDIMENTO
LA RELAZIONE TRA FREQUENZA E AMPIEZZA
E' chiaro che questi due parametri influenzano in modo determinante l'aspetto meccanico della corsa in quanto ne rappresentano lo sviluppo lineare ed è altrettanto chiaro che le correlazioni tra queste due grandezze sono veramente molto strette. La velocità della corsa è data dal prodotto Frequenza per Ampiezza infatti in termini matematici se corro con una falcata di 2 metri per 180 passi al minuto percorro 360m in un minuto. Fino a distanze brevi, che corrispondono ai 100 o ai 200 metri lineari è consentito mantenere molto alte le due variabili, quasi la corsa fosse rappresentata da una sequenza di balzi in avanti, poi, con l'aumentare della distanza da percorrere le cose devono essere riviste e ampiezza e frequenza cominciano a variare in stretta correlazione, in funzione dell'affaticamento. In linea di massima sono variabili che dipendono da diversi elementi.
fattori intrinseci:
    altezza e peso dell'atleta
    preparazione atletica di base
    capacità di espressione e mantenimento della forza
    capacità di restituzione elastica
    economia globale del gesto e tecnica
fattori estrinseci:
    la distanza da percorrere
    il tipo di superficie
Il rendimento ottimale è dato dalla capacità di mantenere più alti possibile i due valori, in relazione alla distanza da percorrere e al tipo di fondo.


    tempo di contatto

A mio avviso è uno dei parametri più importanti da considerare in funzione della corsa. Non c'è bisogno di spendere troppe parole perché nel capitolo 2.4 ho già approfondito l'argomento relativo a tempo di contatto e stiffness, possiamo aggiungere che, in sintesi, rappresenta l'agilità di un atleta e di conseguenza influisce direttamente sul costo energetico e sul rendimento della corsa. Oltre al miglioramento della prestazione, un basso tempo di contatto garantisce una minore predisposizione ad infortuni. In linea di massima il tempo di contatto dipende da due fattori. Il primo, di natura intrinseca, è rappresentato dalla capacità gestuale dell'atleta, dal suo rapporto tra peso e potenza e dal suo stato di allenamento. Il secondo, di natura estrinseca, è direttamente correlato alla velocità e quindi alla distanza che si percorre poiché ad alte velocità corrispondono bassi tempi di contatto. Per misurare il tempo di contatto si possono utilizzare degli accelerometri oppure dei tapis roulant con dei sensori di contatto.



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